Scuola Professionale Shiatsu [SiNESTESi]
Ente Formativo Riconosciuto APOS e MSP/CONI Settore Discipline Bio Naturali
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M° Massimo Boeris
SHIATSU E DINTORNI
Parlare di Shiatsu è complicato, se non si vuole ricadere in stereotipi tipo : significa "premere con dito..”
Il proposito dello Shiatsu come dovrebbe essere il tema centrale di ogni esperienza che vada in una direzione "evolutiva" (le virgolette sono per abuso di termine), è lo studio e la sperimentazione di strumenti che ci facilitino il cogliere l' essenza della Vita : questo momento…Ora.
Shiatsu è trasformare ogni disturbo/sintomo in una possibilità per la scoperta, il risveglio e lo sviluppo della capacità di riequilibrio e di autoguarigione di ognuno di noi.
Spesso confuso con una pratica di massaggio, agisce in realtà attraverso una pressione la cui qualità è il risultato prodotto dalla sinergia della forza fisica, del respiro profondo e della concentrazione.
Questa caratteristica pressione viene esercitata con le mani su particolari punti, meridiani energetici e fasce del corpo, ristabilendo l’equilibrio fisico e posturale, regolando le funzioni degli organi interni, armonizzando quelle del sistema nervoso e di quello ormonale, creando un fondamentale stato di benessere e rafforzando le capacità per affrontare e trasformare una condizione di squilibrio innaturale.
I trattamenti Shiatsu invitano a un percorso di conoscenza e di crescita personali, caratterizzato da una visione veramente " globale” dell’individuo, in cui non si può non tener conto di tutti i fattori che ne determinano la felicità o il disagio: caratteristiche Karmiche (o genetiche), utilizzo del respiro, del movimento , dell’atteggiamento mentale ed emozionale, del corretto nutrimento, della incidenza ambientale e dello stile di vita quotidiano.
La voglia di benessere quindi, oltre che a liberare da disturbi e sofferenze, deve condurre a conoscere le leggi della natura, a seguirle e ad armonizzarsi con esse, a generare una condizione di pace e stabilità nel corpo, nel cuore, nella mente e nello spirito.
L’USO DEL TRATTAMENTO DI RESPIRO NELLO SHIATSU E GESTIONE DELLO STRESS
Ogni genere di attività svolta da un essere vivente è sempre accompagnata da un respiro corrispondente (diverso, infatti, è il nostro respiro di quando siamo in pace anziché arrabbiati, di quando siamo tristi, o allegri o pensosi …). La pressione che nasce dalla vibrazione del respiro stimola la Forza Vitale, influenzando
direttamente il sistema nervoso e per mezzo di ciò potrà regolare la condizione degli organi e della mente. Respirare in modo calmo, lungo e profondo, significa creare una vibrazione che porta ad una condizione di armonia e pace, cioè una condizione verso "naturale”. Infatti , l’intensità e la frequenza della vibrazione del respiro, oltre a determinare la nostra condizione globale, influiscono al tempo stesso sulla condizione di chi ci è vicino, Influenzando particolarmente il sistema nervoso autonomo con uno stimolo che attiverà maggiormente le funzioni del Parasimpatico o dell’ Ortosimpatico.
Alcuni cenni sul sistema nervoso autonomo (SNA), conosciuto anche come sistemanervoso vegetativo o viscerale. Il SNA è quell'insieme di cellule e fibre che innervano gli organi interni e le ghiandole, controllando le cosiddette funzioni vegetative, ossia quelle funzioni che generalmente sono al di fuori del controllo volontario, per questo viene anche definito "sistema autonomo involontario”.
Il sistema nervoso autonomo è costituito da porzioni anatomicamente e funzionalmente distinte ma sinergiche:
Ø il sistema nervoso parasimpatico
Ø il sistema nervoso simpatico
Ø il sistema nervoso enterico, fibre nervose che innervano i visceri.
Ha la funzione di regolare l'omeostasi dell'organismo ed è un sistema neuromotorio non influenzabile dalla volontà che opera con meccanismi appunto autonomi, relativi a riflessi periferici sottoposti al controllo centrale. Ortosimpatico e Parasimpatico per lo più innervano le stesse strutture ma causano effetti opposti:
Ø Ortosimpatico – "lotta, fuga, o paura” attivato durante l’esercizio fisico, l’eccitamento e le emergenze.
Ø Parasimpatico – "riposo e digestione” ristabilisce equilibrio nel sistema
Attraverso l’uso controllato del respiro potremo influenzare l’attività dell’uno o dell’altro modulandone il ritmo, l’intensità, la modalità. Un ritmo lento e profondo attiverà le funzioni del parasimpatico ed al contrario sarà stimolato ’ortosimpatico da una respirazione veloce, corta e forzata.Tal modalità del respiro manifesteranno ovviamente anche la condizione del nostro paziente e saranno una evidenza diagnostica. Fondamentale però, manon così scontato , è che l’operatore abbia in realtà maturato una condizione equilibrata ed abbia incorporato una respirazione armonica con la capacità di poter manifestare un respiro lungo e profondo a sufficienza per poter influenzare quella del soggetto da trattare.L’utilizzo delle tecniche Shiatsu sono comunque legate ad un patrimonio vitale umano e proprio per la specificità e soggettività umana , devono essere adattate ad ognuno, per fare ciò ripetendomi confermo che il principio che manifestano deve essere compreso ed incorporatodall’operatorein modo che possa realmente adattarlo alle varie situazioni e condizione con cui si troveràad interagire.Nella pratica ci si troverà a confrontarci con situazioni di stress acuto con manifestazioniparossistiche di estremo yin o yang (crisi depressive acute, catatonie, collasso o al contrario tachicardie , crisi violente ecc.) o situazioni di stress cronico con conseguente disregolazione delle funzioni del PNEI (il sistema Psico Neuro EndocrinoImmunologico) .Mentre nel primo caso occorrono azioni contingenti per modificare una condizione pericolosa a volte anche per la sopravvivenza del soggetto, vedremo alcune modalità di intervento, nel secondo caso oltre ad intervenire con consigli su integrazioni nutrizionali e dietetiche , su corretto utilizzo dell’esercizio fisico ed igiene ambientale, sarà di fondamentale importanza l’educazione alla consapevolezza attraverso il respiro con quello potremmo definire la basi di un percorso verso se stessi e che di per se stesso produrrà comunque uno stimolo riequilibrante. Le basi sono quello che chiamo osservazione del respiro, o respiro di consapevolezza.Inizio mettendomi in unaposizione comoda , per iniziare va bene come mi sento meglio ma con la schiena dritta , ed osservo il mio respiro, senza giudizio ne provando a controllarlo inampiezza o ritmo. Semplicemente lo osservo e mi rendo consapevole del suo flusso, lascio che i pensieri se ci sono scorrano e torno costantemente a seguire il manifestarsidel respiro.Il tempo da impiegare in questo "semplice” esercizio e quello che riuscitea concedervi.
Gradualmente a seconda di ogni condizione , potremo aggiungere l’accento all’osservazione e alla presenza sull’espirazione ( più collegata all’attivazione del parasimpatico). La sola maggior attenzione sull’espirazione la porterà ad allungarsi ed approfondirsi per quello che è possibile in quel momento, il tentare di allungarla forzatamente produrrà al contrario una risposta ortosimpatica che accorcerà ulteriormente l’atto respiratorio producendo ansia e i sintomi propri di un eccesso di stimolo ortosimpatico.Solo con la padronanza di questi primi esercizi potremo aggiungere la pratica di bilanciare i due atti respiratori coordinandoli con il battito cardiaco utilizzando ritmi sempre più ampi e lenti.Utile potrà essere anche l’interazione diretta fra operatore e ricevente per aiutare ad attivare comunque le risorse proprie dell’individuo. Proponiamo ora un trattamento, molto semplice esternamente ma molto efficace, direi che rappresenta l’origine e l’evoluzione ultima di ogni trattamento Shiatsu: Il paziente è disteso prono, noi stiamo alla sua sinistra in posizione comoda e stabile Dopo aver preso contatto con il nostro respiro ed attraverso ad esso con il nostrocentro, appoggiamo la mano sulla zona lombare. Si compie quindi un’inspirazione insieme, poi mentre lo lasciamo respirare "spontaneamente”, allunghiamo il nostro respiro, in modo naturale, senza forzature, ascoltandolo e concentrandovi la nostra attenzione.I due ritmi respiratori essendo diversi seguiranno ritmi che a volte s’incontrerannoe a volte no. In questa fase dovremo mantenere il nostro respiro più lungo e profondo possibile (idealmente dovrebbe essere almeno lungo il doppiodel nostro compagno) così da poter influenzare anche l’altro.Un altro modo di usare il trattamento di respiro: si inizia nella stessa maniera poi si pone la mano sull’osso sacro, diretta verso la nuca. Anche qui il nostro respiro dovrebbe essere lungoalmeno il doppio dell’altro e quando il respiro di quest’ultimo diviene calmo e leggeroe la nostra mano sarà come un’unica cosa con il suo corpo, questo significherà che la vita dell’uno e quella dell’altro , con tutte le manifestazioni di ritmi e frequenzvarie si sono unite creando una "connessione empatica”, che significa risonanza di fase e non scambio di energia. A questo punto cominciamo a spostare la mano molto lentamente verso la nuca, dove terminerà il trattamento .Per meglio comprendere alcuni aspetti della Medicina Energetica Orientale bisogna in qualche modo riferirsi a teorie legate alla fisica quantistica in cui ’essere umano, visto come macrosistema quantistico, è un sistema aperto e dissipativo il cui grado di organizzazione collettiva è la caratteristica da cui dipende il grado di efficienza del suo funzionamento.Essendo per sua natura un sistema dinamico, l’ordine è legato alla capacità delle singoleparti di oscillare in modo correlato , si parla allora di oscillazioni in fase e di sistema coerente.L’oscillazione collettiva delle molecole di acqua produce un campo elettromagnetico coerente (cioè con una fase ben definita) all’interno di regioni spaziali ( chiamate domini di coerenza).La propietà della coerenza è specialmente collegata alla natura e proprietà delle molecole d’acqua, che costituiscono la gran parte delle molecole di cui siamo composti.Esse sono in grado di scambiare fluttuazioni con l’ambiente e ciò permette l’attivarsi di tutta una serie di fenomeni tali da richiedere una lettura della dinamica dei campi di competenza della fisica.Ogni sistema biologico deve avere il "suo doppio”, cioè un insieme non nullo di oscillatori esterni risonando in fase con essi. Perciò ogni organismo vivente deve necessariamente, per la propria buona salute e sviluppo temporale, oscillare con una parte, la più vasta possibile, dell’ ambiente esterno e avere perciò un carattere aperto sul mondo.Si può arrivare a definire l’organismo come un continuum cristallino liquido, in gradodi trasportare informazioni come fanno i cristalli liquidi. In questa visione è possibileindividuare percorsi privilegiati di propagazione dei segnali elettromagnetici, che possono essere identificati nei meridiani o keiraku della tradizione orientale. I meridiani sarebbero involucri di acqua coerente che avvolgono le catene molecolari, super domini di coerenza nel tessuto connettivo. In questo contesto, la rete di connessione è di fondamentale importanza , essendo l’aspetto dinamico collettivo concetto chiave per comprendere proprietà e modalità di comunicazione.Quindi, tornando alla nostra pratica , si tratta di sviluppare una capacità di presenza , ascolto e connessione di cui il respiro sarà la manifestazione di questa condizione e strumento di comunicazione con il nostro Uke (ricevente. In questa relazione di "cura” si entra ina sorta di stato meditativo in cui la dinamica di fase non è caotica permetterà ad operatore e ricevente di risuonare con gli aspetti "sani” ed equilibrati dentro e fuori di ciascuno.Tradotto in un linguaggio quantistico, ciò significa che il sistema umano aumenta la sua coerenza e ciò favorisce lo stato ottimale per entrambi i protagonisti della reazione.La salute infatti non dipende dalla quantità di energia, ma dal suo grado di organizzazione, che si traduce in efficienza del sistema.Nello specifico la proprietà della coerenza è direttamente collegata ai gradi di vitalità di un organismo, proprietà tradizionalmente associata al libero fluire del KI (Prana) nelle medicine tradizionali orientali.Qui vengono utilizzati il respiro e le proprietà specifiche dei meridiani in accordo con la legge di Weber e Fechner , che si applica a tutti i sistemi viventi: minore è lo stimolo, maggiore è la risposta interna del sistema.Per me è interessante studiare le relazioni tra esseri umani/sistemi viventi, poiché le opportunità di cambiamento e di evoluzione del singolo dipendono anche dalla capacità di "dialogo” fra essi.Nello specifico, quando ciò avviene fra operatore e ricevente, il primo è in grado di offrire al ricevente nuovi strumenti di comprensione dei meccanismi di vita che hanno determinato sintomi e disfunzioni.Questo innesca un processo di cambiamento basato sulla consapevolezza della propria condizione, sulla fiducia delle proprie capacità di cambiamento, assumendosi così la responsabilità della propria salute.
Lo shiatsu non è una terapia alternativa.
Il punto però ora non è questo.Qui si tratta di essere molto chiari e netti e di saper fare le dovute distinzioni fra ciò che si propone o si spaccia come terapia alternativa o come metodo di cura miracoloso e ciò che invece riguarda tutti i percorsidi benessere, consolidamento della salute e prevenzione attraverso una sana ecologia personale
Fra tutti questi percorsi lo shiatsu è uno di quelli che ha da più tempo costruito una strada chiara e netta:
lo shiatsu non è una terapia medica e non si propone come tale, non è alternativo alla medicina ufficiale e ancor meno ne è antagonista.
Facciamo un passo indietro: cosa è lo shiatsu?Sbirciando sul sito di APOS, la grande associazione di operatori ed insegnanti shiatsu d'Italia,si può leggere quanto segue.
"Lo shiatsu è un trattamento manuale le cui radici teoriche-pratiche derivano dalle antiche tradizioni filosofiche del lontano Oriente.Il padre dello shiatsu, Tokujiro Namikoshi, affermava: "Lo shiatsu è l’abbraccio della mamma al bambino”.Ha lo scopo di risvegliare e/o armonizzare le funzioni energetiche e le risorse vitali profonde dell’individuo e si avvale di tecniche e principi ben precisi.La modalità universalmente riconosciuta e peculiare di questo trattamento è la pressione perpendicolare, costante e/o modulata in modo ritmico, esercitata con il peso del corpo ed avvalendosi del centro vitale (hara, in giapponese o tan den, in cinese) dell’operatore, su zone, punti e meridiani energetici.Per esercitare le pressioni, si usano prevalentemente i pollici,ma secondo le necessità e gli stili, si possono utilizzare altre partidel corpo quali i palmi delle mani, gomiti, ginocchia, piedi.Il trattamento shiatsu viene fatto, normalmente su un futon (materassino di tradizione giapponese; entrambi i soggetti sono vestiti e non vengono utilizzati olii o creme.)”
Se andiamo a fondo di questa definizione che ha il pregio di semplificareuna disciplina molto ricca di sfumature e fascino, possiamo vedere che lo shiatsunon lavora e non deve lavorare contro una patologia specifica o contro i suoi sintomi, ma considerare e sostenere l'intera persona nel suo processo di espressione vitale.In tal modopossono esserci notevoli benefici e in molti casi un netto miglioramento dei sintomi iniziali.
Che cosa determina questi risultati?
Noi crediamo che a determinare questi risultati sia proprio il fatto che invece di focalizzare l'intervento contro la patologia (termine che appartiene esclusivamente ad un ambito medico, come è normale che sia), l'operatore coltiva la salute e la vitalità della persona trattata facendo appello alla sua naturale e profonda capacità di riequilibrio.Il lavoro dello shiatsu ha un profondo effetto sull'aspetto psicologico ed emotivo di chi riceve il trattamento. Attraverso il lavoro sul corpo, l'operatore shiatsu "dialoga” profondamente con le risorse fisiche, emotive, nervose e psichiche del ricevente che può in questo modo trovareuna maggiore centratura, un maggiore stato di equilibrio ed armonia.Sono queste le condizioni attraverso cui il ricevente può recuperare da situazioni di stress fisico e psichico prolungato. Potremmo dire che pereffetto dei trattamenti può essere più connesso con se stesso ed avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo/mente.E' questa consapevolezza, questa rinnovata capacità di autopercepirsi che potrà essere molto utile a scopo preventivo, è questa consapevolezza che si potrà tradurre in un rafforzamento della salute. Possiamo dire che l'operatore shiatsu fa riferimento ad una accezione del termine cura molto nobile e delicata: nel suo approccio infatti egli non cura ma "si prende cura” della persona in modo gentile e profondo e questa attitudine (che è una caratteristica di questa disciplina) predispone le condizioni perchè avvengano i cambiamenti, grandi o piccoli, per il ricevente.L'operatore ha una lunga preparazione e mette al servizio dell'ascolto e di questa relazione evolutiva tutte le tecniche che studia e che ha appreso.
E' un ritorno a quella "antica lingua” che è in sostanza il linguaggio dell'arte. Come ogni relazione autentica, anche quella fra operatore e ricevente finirà per contribuire al cambiamento ed alla crescita di entrambi i soggetti coinvolti.
Anche e soprattutto per questo lo shiatsu non è terapia, non è medicina e non ha (e non propone) risultati riproducibili e misurabili, non ci sono protocolli predefiniti.Lungi dal presentarsi come una alternativa alla medicina, lo shiatsu è un'arte che può affiancare ed integrare ed essere complementare anche a
qualsiasi percorso terapeutico classico.
Al termine di queste riflessioni, invito chiunque voglia
(semplici curiosi, utenti ma anche giornalisti che hanno l'arduo compito di contribuire a fare chiarezza e non confusione) a documentarsi sul sito di APOS sul percorso istituzionale e trasparente che lo shiatsu sta facendo perchè siano riconosciute e valorizzate queste sue caratteristiche peculiari.
A.P.O.S. Associazione Professionale Operatori e Insegnanti Shiatsu
I Meridiani secondo Shizuto Masunaga
Il Maestro Masunaga non si è limitato semplicemente a fare dei Meridiani, della loro percezione e del loro trattamento, un elemento fondamentale del suo Shiatsu, ma possiamo affermare che dei Meridiani stessi ha elaborato un più ampio concetto profondamente collegato e strettamente inerente alla natura stessa del Ki, perciò "in totale accordo con laprospettiva d’insieme della medicina orientale”."L’ideogramma che corrisponde al Ki indica qualcosa che è allo stesso tempo materiale e immateriale:
Questo indica chiaramente che il Ki può essere rarefatto e immateriale come il vapore, denso e materiale come il riso”.Analogamente, ai Meridiani secondo Masunaga è possibile riconoscere questa duplice natura o espressione:
essi hanno allo stesso tempo un aspetto più contratto, più materiale, più denso ed uno più espanso, più rarefatto, più sottile, più immateriale.
Il loro aspetto denso, la loro natura ed espressione prevalentemente yin, è rappresentato dalla loro struttura: i Meridiani sono canali energetici che hanno un percorso specifico nel nostro corpo, uno spessore, un inizio, una fine, una direzione, un certo numero di punti.
Il loro aspetto espanso, la loro espressione prevalentemente yang, è rappresentata invece dalla loro funzione: un’espressione della nostra vita, una funzione vitale, una capacità, una facoltà del nostro essere, un movimento del Ki senza il quale la vita non sarebbe possibile.
E’ questo un concetto del tutto nuovo ed originale.
"Il motivo per cui Meridiani e Tsubo sono così importanti per conservare la vita è che essi costituiscono la vita stessa.” (Masunaga, Zen Shiatsu).
E’ interessante notare come questa nuova visione dei Meridiani sia perfettamente coerente con la legge delle Cinque Trasformazioni, dove ogni qualità energetica, ogni fase di trasformazione: Legno, Fuoco,Terra, Metallo e Acqua, si manifesta sia nella contrazione (organi, tessuti, organi di senso, secrezioni, ecc) che nell’espansione (shen, emozioni, suoni, colori, ecc.).
Ed è ovvio che queste funzioni, in linea con la visione Orientale dell’essere umano quale unità di Corpo/Mente/Spirito ed in quanto manifestazioni della nostra vita, si esprimono a tutti i livelli del nostro essere: fisico, emotivo, mentale e spirituale. Inoltre, allo stesso modo in cui ogni cellula del nostro organismo contiene tutte le informazioni del nostro codice genetico, così ogni Meridiano/Funzione contiene tutte le informazioni relative a tutte le altre funzioni. Si tratta quindi di un sistema "unico”, di un "unico” Ki che si "specializza”.
Per poter rendere più chiaro ed accessibile questo concetto di Meridiano/Funzione, cioè di un Meridiano che rappresentianche un movimento della vita, Masunaga ha usato come metafora un organismo unicellulare: l’ameba.
Il termine "ameba” deriva dal Greco e significa "mutamento”, a causa del continuo cambiamento di forma di questo organismo.
Dal Dizionario Enciclopedico Italiano Treccani:
"Caratteristico del citoplasma dell’ameba è di essere privo di scheletro e di emettere pseudopodi tozzi non filamentosi, mutando così continuamente di forma . L’emissione degli pseudopodi provoca la traslazione del corpo e permette la presa degli alimenti . In condizioni sfavorevoli di esistenza le amebe cessano di emettere pseudopodi, assumono forma sferica e contornandosi di una membranella resistente entrano nello stadio di cisti . Si riproducono abitualmente per scissione.”
Da Masunaga, "Esercizi Zen per immagini”:
"La circolazione del Ki è qualcosa che avviene in tutte le forme di vita , quindi questo concetto può essere applicatoad un organismo unicellulare primitivo. Possiamo ritenere che anche le amebe abbiano i meridiani, dal momento chevivono attraverso il movimento del protoplasma ed esistono come entità viventi indipendenti. Le amebe adempionoalle funzioni vitali di base della locomozione, ingestione, eliminazione e riproduzione e sono anche capaci di avere reazionidi difesa, allo stesso modo delle più evolute forme di vita come quella umana. Tutte queste funzioni vitali di base dipendonodall’attività dei meridiani . I meridiani ed il movimento del protoplasma in un organismo unicellulare sono la stessa cosa chiamata con nomi diversi.”
Può essere interessante notare come questo nuovo concetto di Meridiano possa essere stato, insieme ai suoi studi di antichi testi e alla sua esperienza, alla base della elaborazione da parte di Masunaga di una nuova Mappa dei Meridiani, nella quale tutti i Meridiani si trovano presenti in ogni parte del corpo, allo stesso modo di come ogni funzione è presente e si esprime in ogni parte del corpo e dell’intero nostro sistema energetico.
IL CICLO VITALE DELL’AMEBA
v STADIO 1 – CREAZIONE DI UN CONFINE E INIZIO DELLO SCAMBIO
L’inizio della vita sulla terra avvenuto, si pensa, nel cosiddetto BRODO PRIMORDIALE, una ricca infusione di aminoacidi ed elementi nutritivi di sostegno alla vita, nel quale, si dice, la vita ebbe inizio attraverso un impulso elettrico, forse un lampo o fulmine. La più semplice forma di vita si formò così; era una cellula, nient’altro che brodo primordiale con della pelle intorno. Questo il primo stadio dell’esistenza, la costituzione di una identità individuale, separata dal resto dell’universo ma che coesiste con esso. Masunaga definì questa azione energetica "Creazione di un confine”, cioè la formazione di una struttura con una propria identità. Il confine è ciò che separa l’ameba dall’universo, ma questo confine deve essere permeabile per permettere lo scambio di Ki con l’universo: l’ameba morirebbe se fosse un’unità chiusa ermeticamente. Nell’organismo umano, secondo la MTC, i Polmoni governano la pelle, che è il nostro confine permeabile. I meridiani dei Polmoni e dell’Intestino Crasso si trovano sul nostro confine anatomico, formando l’esterno del nostro contorno quando siamo nella posizione eretta con i palmi delle mani rivolti in avanti, nella posizione anatomica. I Polmoni e l’Intestino Crasso rappresentano le funzioni di immissione ed eliminazione attraverso il confine, entrambe ugualmente necessarie per il rifornimento delle provviste. Non possiamo immettere qualcosa se non abbiamo eliminato.Le parole chiave che riassumono questa fase del ciclo sono: "vitalità attraverso lo scambio”.
v STADIO 2 – IL SODDISFACIMENTO DI BISOGNI
Nel primo stadio del ciclo, l’ameba non è consapevole di alcun bisogno particolare. Le funzioni coinvolte sono così basilari e vitali che non si sente il bisogno di effettuarle; semplicemente cessiamo di esistere come unità separate se esse si fermano. Nel secondo stadio, una volta che si è formata un’unità individuale, sorgono necessariamente dei bisogni. Il bisogno fondamentale di qualsiasi forma di vita è quello di nutrirsi. Nel caso dell’ameba, immaginiamo che essa scorga davanti a sè, nel brodo primordiale, una molecola di cibo particolarmente appetitosa. Le sue azioni saranno:
1. rigonfiarsi nella parte anteriore (in termini biologici formare uno pseudopodio) per raggiungere ciò che desidera
2. avvolgerlo e incominciare a frantumarlo e renderlo in una forma digeribile
Le due parti di questa fase del ciclo rappresentano l’attività dei meridiani di Stomaco e Milza. L’energia Yang, attiva dello Stomaco esprime il fattore appetito, la percezione di un bisogno e il movimento verso la sua soddisfazione. La Milza espleta la funzione Yin di incorporare e fagocitare l’oggetto del bisogno; inoltre lo elabora in forma digeribile. L’oggetto può essere qualsiasi cosa riteniamo utile al nostro benessere. Non solo cibo, ma nozioni, amore, approvazione, possesso, status. Lo Stomaco desidera e insegue, la Milza ne stabilisce il possesso, e la consapevolezza del conseguimento. L’attività, in questa fase energetica, è tutta nella parte anteriore del corpo. Le parole chiave per l’attività dei meridiani in questa fase sono: "appetito e soddisfazione”.
v STADIO 3 – ASSIMILAZIONE E INTEGRAZIONE DEL NUTRIMENTO
Alla fine dello stadio 2, l’oggetto desiderato è stato incorporato e trasformato in forma utilizzabile, ma non ancora stato assimilato. Lo stadio 3 è l’assorbimento nella nostra identità dell’oggetto desiderato. E’ il processo attraverso il quale un panino diventa Mario Rossi. I due meridiani che rappresentano questo processo sono il Cuore e l’Intestino Tenue. L’Intestino Tenue assorbe gli elementi nutritivi: li assimila per poter nutrire il Cuore che nella tradizione orientale il nucleo centrale del nostro s individuale, la nostra consapevolezza. In questo modo ogni essere, che sia ameba, armadillo o essere umano, è in grado di assorbire ciò che gli serve dell’ambiente esterno per poter mantenere la sua presenza, consapevolezza e funzione nel mondo. A seconda dei bisogni ogni essere, assimila ciò che è appropriato: cibo, impressioni sensoriali, informazioni, sistemi di convinzioni e input emotivi. Il movimento dell’energia in questo processo è verso l’interno e i meridiani coinvolti sono sulla superficie interna degli arti, quando siamo in posizione eretta anatomica. Le parole chiave di Masunaga per questo stadio sono: "controllo centrale e conversione”.
Il ciclo energetico ha raggiunto così il suo punto centrale, il Cuore, il centro dell’identità e il movimento dell’energia da quando l’ameba si è differenziata dal suo ambiente, è stato diretto verso l’apporto di nutrimento a quel centro.
v STADIO 4 – FUGA DAL PERICOLO
Il ciclo dell’ameba ha ora raggiunto lo stadio in cui è in grado di sostenersi da solo e rispondere ad altri stimoli dell’ambiente. La fase successiva rappresenta la circostanza di maggiore urgenza in cui si può trovare, quella del pericolo. Immaginiamo che, un eone evolutivo più tardi, nel brodo primordiale, un’ameba sia minacciata da un predatore. Il bisogno di fuggire viene percepito nella parte posteriore dove c’è un movimento che allontana dalla fonte dello stimolo, mentre nello stadio 2, quello del desiderio e dell’appetito per qualcosa che sta davanti all’ameba, il movimento era verso la fonte dello stimolo. I meridiani di Vescica e Reni rappresentano questa fase del ciclo e si trovano dietro, nel corpo. La forte sorgente di movimento che origina nella parte posteriore del corpo fornì a Masunaga la parola chiave per descrivere l’attività di questo stadio: "impeto”.
Nella MTC i reni, attraverso lo Yang dei Reni e il Ki originario, forniscono l’impeto per tutte le nostre azioni, funzioni e processi metabolici.
Se questo impeto manca o rallenta, tutte le funzioni vitali rallentano e ne consegue un ristagno o un accumulo di residui. I reni forniscono un impeto che purifica mantenendo il movimento e il continuo flusso. Nella fisiologia occidentale la principale funzione dei reni come organi è la purificazione del sangue, mentre la risposta di combattimento o fuga è appannaggio delle ghiandole surrenali. Le parole chiavi di Masunaga per questo stadio sono: "purificare e dare impeto”, che sono appropriate per entrambi questi sistemi di medicina.
v STADIO 5 – CIRCOLAZIONE E PROTEZIONE
Un attacco improvviso non è l’unico pericolo che minaccia l’ameba: deve anche lottare quotidianamente per adattarsi all’ambiente, ai cambiamenti di temperatura, agli agenti inquinanti e altre influenze esterne. Anche noi dobbiamo proteggerci dagli stessi fattori, oltre che da intrusioni sgradite nel nostro spazio emozionale. Lo stadio 4 è la spinta dell’impeto che salva la nostra schiena, lo stadio 5 provvede una costante protezione ai diversi livelli del nostro essere. Vivere in un gruppo una forma di protezione, ma anche questo richiede adattamento. Ogni essere del gruppo ha la propria identità personale e funzioni individuali, ma ha anche bisogno di estendere la propria consapevolezza verso l’esterno, per creare contatti con gli altri e contribuire all’identità di gruppo. Abbiamo quindi bisogno di meccanismi sociali ed emozionali che possano sia estendere l’influenza del proprio sè profondo, che ritirarlo per proteggersi di più quando necessario. Il Triplice Riscaldatore e il Mastro del Cuore esprimono questi meccanismi . Il Triplice Riscaldatore protegge la superficie dai rischi dell’ambiente, incluse le influenze di altre personalità, il Mastro del Cuore forma un "rivestimento interno” per proteggere il nostro centro emozionale.
Quando siamo seduti con le gambe e le braccia incrociate in una posizione protettiva, il Triplice Riscaldatore è visibile in tutta la sua interezza e protegge l’intera superficie del corpo. Il Mastro del Cuore è invisibile per un osservatore, ma visibile per noi, perchè forma il rivestimento interno. Nella MTC la principale funzione del Triplice Riscaldatore è distribuire il Ki originario e far circolare i fluidi; quella del Mastro del Cuore di assistere e proteggere il Cuore. Le parole chiave di Masunaga sono: "circolazione e protezione”.
v STADIO 6 – SCELTA DI DIREZIONE
L’ultimo stadio del ciclo è anche la preparazione per un nuovo ciclo. L’ameba ha finora imparato a:
ü scambiare il Ki con l’universo attraverso i suoi confini
ü andare in avanti per trovare nutrimento
ü assimilare quel nutrimento
ü salvarsi dai pericoli
ü vivere in una comunità
Le funzioni metaboliche che si sono evolute parallelamente a questi sviluppi hanno assicurato una riserva di elementi nutritivi ed energia, ma come fare per usarli al meglio? E’ la formulazione della domanda, come pure la relativa risposta, che costituiscono lo stadio 6.
Il Fegato e la Vescicola Biliare sono i meridiani coinvolti, e si trovano ai lati del corpo; ci permettono così di girarci da una parte all’altra per soppesare le possibilità delle diverse direzioni dell’azione. Le attività metaboliche dell’ameba nel ciclo fino ad ora hanno raccolto una riserva di nutrienti per questo momento. Secondo Masunaga è il Fegato che li immagazzina ed la Vescicola Biliare che li distribuisce. Almeno in parte la sua teoria concorda con la MTC, in cui il Fegato immagazzina il Sangue ed assicura il fluido scorrimento del Ki, e concorda anche con il fatto fisiologico che il fegato immagazzina glicogeno per energia, ferro e vitamine, e che la colecisti distribuisce la bile. Così in tutti e tre i sistemi l’attività combinata di Fegato e Vescicola Biliare si correla a immagazzinamento e distribuzione di qualcosa. la principale funzione energetica di questi meridiani è decidere quando immagazzinare e quando distribuire i nutrienti nel corpo.Nella tradizione medica orientale il Fegato è collegato alla pianificazione, la Vescicola Biliare con il prendere decisioni.
Il Fegato può essere paragonato a un Generale che schiera le truppe di riserva secondo una strategia a lungo termine, la Vescicola Biliare è l’ufficiale in campo che prende le decisioni immediate sullo spiegamento di quelle riserve, a seconda della situazione del momento. L’area della vita in cui questi piani e decisioni hanno luogo è quella dell’azione, qualunque azione. La natura di Fegato e Vescicola Biliare è quella di decidere sulle azioni, per poter esprimere il programma, il proposito, il piano per il futuro dell’essere umano in un determinato momento.
Antropomorfizzando l’ameba, essa potrebbe decidere di invadere una comunità di amebe vicine, scrivere un romanzo, esplorare e colonizzare un’altra zona del brodo primordiale oppure rimanere a casa ed ingaggiare conflitti con le persone più vicine e più care. La parola chiave per questo stadio del ciclo si riferisce al momento subito prima che venga presa la decisione per l’azione, quando le opzioni sono ancora aperte: "indecisione”.
Questo stadio completa il ciclo dell’ameba, il metodo scelto da Masunaga per spiegare le fasi di energia che si succedono quando l’essere prosegue nel suo cammino nella vita. Un’altra prospettiva è quella di vedere come ogni stadio avvenga in modo più o meno continuativo come manifestazione dei nostri processi fisici, mentali ed emozionali.
Le prime tre fasi del ciclo si riferiscono ai diversi modi in cui riceviamo energia, dalla respirazione e dal naturale scambio di energia con l’universo; dall’ottenimento di cibo o alla soddisfazione dei nostri desideri; dall’assorbimento di quel cibo o l’assimilazione del nutrimento fisico, mentale, emozionale nel centro del nostro essere.
Le ultime tre fasi descrivono i diversi modi in cui distribuiamo l’energia nel nostro essere: il riflesso automatico, o spinta adrenalinica, correlato alla sopravvivenza; il costante, caldo impulso della circolazione che nutre e protegge i diversi livelli del nostro essere, e il rilascio e la distribuzione delle riserve di energia immagazzinata quando ci serve per una azione specifica.